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COMUNICAZIONE EFFICACE

Salve a tutti!
Dopo un lungo periodo di inattività ho deciso di “rompere” il silenzio e sorprendervi con un post su argomenti strepitosamente innovativi e poco conosciuti: comunicazione e marketing!
Ok, stavo scherzando! 
Nessuna lezione, nessun corso, ne è già pieno il web ed io tra l’altro non ho nemmeno le competenze.
In realtà voglio solo condividere con voi una recentissima esperienza che mi ha fatto tanto sorridere ma anche riflettere.
Se avete già letto qualcosa nella pagina e poi magari siete andati anche a curiosare sul sito www.foragriculture.it o www.pecusback.it, avrete sicuramente intuito che ForAgriculture è un’azienda che, attraverso il proprio sistema Pecusback, si propone fondamentalmente di dare una mano all’Agricoltura (se non altro si dovrebbe comprendere dal nome, che in inglese significa appunto “per l’Agricoltura” nel senso di “a vantaggio dell’Agricoltura”), ma non solo!
In verità l’ambizione del progetto è quella di contribuire a dare un nuovo impulso a tutta l’economia (mi hanno sempre detto di pensare in grande e così ci sto provando), e proprio per questo si rivolge fondamentalmente all’Agricoltura, poiché in ForAgriculture riteniamo che l’Agricoltura sia uno dei motori fondamentali dell’economia, grazie al vasto indotto diretto ed indiretto ad essa collegato.
In breve, noi pensiamo che risollevando l’Agricoltura, tutta l’economia dovrebbe beneficiarne.
Siccome per lanciare un progetto come Pecusback, ovvero a forte impatto sociale, oggi la cosa più ovvia che si possa fare è utilizzare appunto i vari social a disposizione, qualche giorno fa ho deciso di rivolgermi ad una piattaforma di crowdfunding, pensando tra me e me, ingenuamente, di riuscire a prendere i proverbiali due piccioni con una sola fava, ovvero: un po' di fondi per migliorare alcune funzionalità software ed hardware del sistema e contemporaneamente accedere subito ad una numerosa community a cui far sapere che esistiamo, in modo da raggiungere rapidamente la massa critica perché il sistema si autosostenga.
Vado allora fiducioso sul web ed individuo alcune possibili piattaforme di crowdfunding.
Tra queste decido di rivolgermi in prima istanza ad ULULE, “la piattaforma n.1 del crowdfunding europeo” (come recita lo slogan).
Invio allora una mail alla sezione contatti, in cui chiedo informazioni preliminari, e mi rispondono che devo compilare il format predisposto on line per la candidatura dei progetti.
Ok! Compilo il format, dove inserisco una brevissima descrizione dell’idea, pensando che ci sarebbe stato un successivo contatto di approfondimento.
Nella breve descrizione mi premuro di evidenziare che l’idea progetto è già in fase di realizzazione e che soprattutto, vista la loro sensibilità nei confronti di progetti che hanno una valenza sociale, la finalità del mio progetto dovrebbe essere in sintonia con tale filosofia.
Qualche ora dopo arriva, lapidaria, la risposta che il mio progetto non è accoglibile, in quanto non compatibile con l'approccio crowdfunding della piattaforma Ulule ed anche perché manca di tutta una serie di informazioni (che io in effetti non avevo fornito, perché come già accennato credevo di poterle fornire successivamente).
Tranquilli, non sono risentito con Ulule, anzi, per quel poco che ho potuto constatare ritengo sia una buona piattaforma di crowdfunding, ben organizzata e con uno staff competente.
E’ evidente che nel mio caso sono stato io a sbagliare l’approccio.
Chi invece sicuramente non ha sbagliato l’approccio sono stati i due bravi YouTuber che hanno proposto su Ulule il loro progetto per la realizzazione del “CAZZA DI SICUREZZO”, un progetto che è stato pienamente sostenuto dalla community e che nel giro di poche settimane e fino ad oggi (16.09.2017) ha ottenuto ben il 157% di quanto richiesto, ovvero €.15.781,00 a fronte degli €.10.000,00 richiesti!
Un successo strepitoso direi!
Per chi non lo sapesse, il cazza di sicurezzo non è altro che un piccolo “pene di gomma”! Un cazzetto!
Un “falletto” di gomma di poco più di 10 cm di lunghezza (a giudicare dalle foto on line sulla piattaforma Ulule) completo di sacco scrotale con ben evidenti i due canonici testicoli.
Provate a digitare “cazza di sicurezzo” nella barra di ricerca del browser e potrete verificare che non sto dicendo stupidaggini e non vi sto prendendo in giro.
Ebbene signori, non so come la vedete voi ma io credo che questo sia un brillante esempio di “comunicazione efficace”!
Gli autori sono stati bravissimi a mantenere il tono ironico e scherzoso, riuscendo a non cadere mai nel volgare, un rischio sempre in agguato quando si trattano argomenti di questo tipo.
Questa esperienza conferma ancora una volta, ed inequivocabilmente, che non è sufficiente avere un buon progetto, buoni argomenti e buone intenzioni (come il mio progetto Pecusback ad esempio!).
Se sbagli a presentarlo, o meglio “comunicarlo” (per rimanere in tema), rischierà di non ricevere mai l’attenzione adeguata per poter essere preso quanto meno in considerazione.
E quando parlo di “comunicare” ovviamente mi riferisco a tutto quel complesso di soluzioni messe in atto per irrompere direttamente nella sfera emotiva degli interlocutori, perché come insegnano tutti i maestri del marketing e della comunicazione, è lì che si gioca la partita.
Nel caso del cazza di sicurezzo il vantaggio è che l’argomento ruota intorno ad un simbolo fortemente evocativo, il fallo, per cui sollecitare la componente emotiva è molto semplice; d’altra parte, come accennato, è altrettanto semplice rischiare di direzionare il carico emotivo verso l’antipatia; perciò, complimenti agli autori per come hanno saputo gestire la situazione.
A questo punto, però, parafrasando un noto personaggio, la domanda nasce spontanea!
Ma come è possibile che dopo oltre seimila anni di cammino di civilizzazione l’uomo sia ancora così profondamente succube delle emozioni, in preda alle quali compie meraviglie o commette le più indicibili ca..ate!?
Quando l’emozione sale e prende il sopravvento non c’è argomento che tenga!
Dopo, magari, a mente “fredda” ti chiedi anche se hai fatto bene o hai fatto male ad assecondare l’impulso, nel frattempo, nella “trance emotiva” hai agito e quel che è fatto è fatto, e dopo fai fatica a rinnegare le tue scelte.
Non vi nascondo che anch’io quando ho aperto la piattaforma Ulule ed ho visto il progetto del cazza di sicurezzo ho avuto la tentazione di contribuire, però poi mi sono immaginato che cosa avrei dovuto rispondere a chi mi avrebbe chiesto: “Hai dato un contributo su una piattaforma di crowdfunding, magnifico! E dimmi, quale oggetto innovativo hai contribuito a realizzare!?”
Avrei dovuto rispondere: “ehm…un cazzetto di gomma!”
Solo all’idea mi sono sentito in imbarazzo, soprattutto perché in questo periodo credo proprio che le priorità siano altre (almeno per me), e così ho ripreso il controllo ed ho desistito.
Non fraintendetemi, non ho nulla contro il cazza di sicurezzo o chi ha contribuito, altrimenti non starei qui a fargli pubblicità disinteressata.
D’altra parte il pianeta, e soprattutto l’occidente “civile”, è pieno zeppo di cose materiali ed immateriali di dubbia utilità e realizzate al solo scopo di placare momentaneamente l’inestinguibile fame di emozioni e sensazioni di cui sopra.
In realtà per i concetti che volevo esprimere poteva andar bene qualsiasi cosa; semplicemente il caso ha voluto che mi imbattessi in questo “oggetto” che si è prestato particolarmente bene come esempio.
Il dato inequivocabile è che tutti cerchiamo di appagare le sensazioni e le emozioni generate in noi dai bisogni, reali o indotti, di cose materiali ed immateriali.
Purtroppo non siamo tutti monaci zen e così ci caschiamo e ricaschiamo continuamente!
Continuiamo a fare scelte su base emotiva (istintiva) e poi cerchiamo di giustificarle razionalmente.
A quanto pare è così che funziona l’animale “uomo”, ed il meccanismo, per quanto mortifichi la nostra presunzione di esseri razionali per eccellenza, è automatico ed incontenibile (lo sanno bene gli esperti di marketing che invece apprezzano molto questa falla nel sistema di controllo dell’agire umano).
Una parziale rivincita sull’istinto, tuttavia, c’è ed è proprio l’aver scoperto che le cose stanno così.
Sapendo questo, infatti, possiamo cercare di rimediare adottando l’accortezza di prendendoci un po' di tempo di fronte ad una scelta o una decisione, in modo da far sbollire l’inevitabile attacco emotivo e valutare tutti i pro e contro con più serenità (possibilmente non da soli, altrimenti la vedo difficile), tenendo presente che tenteremo in tutti i modi di giustificare la scelta che sentiamo “emotivamente”.
Volete un esempio di quanto siano subdolamente forti le emozioni?
Avevo iniziato a scrivere questo post con la semplice intenzione di interrompere il lungo silenzio che era seguito alla pubblicazione della pagina facebook ed attirare un po' di attenzione sul sito ForAgriculture e sul sistema Pecusback, ma invece, senza accorgermene, sono finito a parlare dei “difetti di fabbricazione della mente umana” e della loro strumentalizzazione da parte degli esperti di marketing e comunicazione per tirare l’acqua al proprio mulino, un argomento che evidentemente sta più a cuore al mio inconscio.
Ed in effetti è vero, perché nel marketing io ci vedo una stridente contraddizione, di cui però parlerò in un prossimo post, perché per oggi credo di aver “rotto” abbastanza il silenzio.
Ho deciso in ogni caso di lasciare il post così, perché a volte, come suggeriva Steve Jobs, la nostra parte emotiva, benché irrazionale, sa meglio di noi ciò di cui c’è bisogno.

 

ESFC Antonio Pizzi

 

P.S. Qualora fossi riuscito ad attirare la tua attenzione su ForAgriculture e sul sistema Pecusback e volessi saperne di più, se vuoi puoi dare un’occhiata al sito (www.foragriculture.it o www.pecusback.it ) e poi puoi contattarmi direttamente:
Antonio Pizzi 3395854806
info@foragriculture.it